La nascita di una nuova testata giornalistica come “L’edicola del Sud” è di per sé una grande gioia, perché quando si crea qualcosa bisogna sempre festeggiare.
Una nuova voce, un modo autentico e diverso di raccontare la quotidianità nella terra di Puglia e Basilicata, per dar voce a chi spesso non ce l’ha, raccontando quello che accade ogni giorno sotto i nostri occhi o, molto più spesso, scovando quello che è invisibile alla vista ma che stimola inconsapevolmente i nostri sensi.
Così, in questo spazio aperto daremo voce alle origini, alla biodiversità agricola e alla sua storia, cercando di raccontare quello che troppo spesso viene taciuto: l’essenzialità.
Scopriremo le tipicità di Puglia e Basilicata, racconteremo di frutti antichi e gusti da riscoprire, cercando anche di sfatare “luoghi comuni” e “falsi miti” che si nutrono del “sentito dire” e vanno avanti nell’alimentare la cultura del “non senso”.
Da sempre, la storia di un popolo si può leggere nella terra coltivata o sulla tavola imbandita, così, senza diventare l’ennesimo luogo di ricette e ingredienti, scoveremo curiosità e bellezza, tradizione e innovazione, storie e prodotti che meritano di essere raccontati.
“Storie di un Fantagronomo” vi condurrà in un viaggio alla scoperta dei circa 300 prodotti PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali), a “Denominazione di Origine”, a “Indicazione Geografica”, a marchio “Prodotti di Puglia” presenti sul territorio, per cercare di dare sostanza alla forma.
E, allora, proviamo a citarne qualcuno, giusto per programmare il nostro navigatore sensoriale.
Potremmo cominciare con i prodotti della terra, come la “cipolla di Acquaviva delle Fonti” o il “carciofo di San Ferdinando”, passando per la “fava di Zollino”, la “lenticchia di Altamura” e il “fico secco mandorlato di San Michele Salentino”.
Se avremo voglia di qualcosa di gustoso il mondo dei formaggi ci offre tante scoperte, dal “pecorino di Maglie” al “caciocavallo podolico dauno”, per poi farci coccolare dalla “burrata” e dal “canestrato pugliese”.
Voi direte, ma ci servirebbe una bella fetta di pane e, quindi, faremo un salto ad Altamura con il suo “pane di Altamura DOP”, ma scopriremo anche il “pane di Monte Sant’Angelo, il “pane di Santeramo”, il “pane di Laterza” o la “paposcia di Vico del Gargano”.
Certo, molti di voi staranno pensando anche a dei salumi o della carne, così non potremo farci mancare il “Capocollo di Martina Franca”, la “carne al fornello di Locorotondo”, il “lardo di Faeto”, i “Turcinelli” o la “zampina di Sammichele di Bari”.
Ovviamente, il tutto sarà condito con un buon olio extra vergine di oliva, dalle DOP all’IGP di Puglia, oltre che accompagnato da un buon vino, e qui, c’è davvero l’imbarazzo della scelta per accontentare anche i palati più esigenti.
Sicuramente non possiamo dimenticare l’antica tradizione pugliese dei liquori e rosoli, dal “limoncello” al “Padre Peppe”, magari accompagnati da un gustoso “biscotto di Ceglie Messapica” o dalla “mandorla riccia di Francavilla Fontana”.
A tutto questo aggiungeremo le storie di quelle varietà antiche, dimenticate, ricchezza della biodiversità e tipicità del territorio, perché a tavola i cinque sensi sono fondamentali e allenarli costantemente alla “diversità” è cosa buona e utile.
Manca qualcosa in tutto questo: i compagni di viaggio. Per divertirsi, scoprire, guardare con occhi diversi e arricchirsi di nuove esperienze abbiamo sempre bisogno degli altri, quindi, chiederemo a voi lettori, in qualità di buoni “compagni di viaggio”, di raccontarci e curiosità, prodotti, idee e storie che meritano di essere raccontate con lealtà e leggerezza.
Articolo pubblicato su “L’edicola del Sud” nella rubrica “Storie di un Fantagronomo” il giorno 01 dicembre 2021