La sfida per il futuro? La sfida dell’oleoturismo

E’ di questi giorni la pubblicazione del Decreto che regolamenta i requisiti aziendali per sviluppare le attività di “Oleoturismo” in Italia.

Per capirne qualcosa in più abbiamo intervistato chi da tempo ha lavorato e promosso questo nuovo percorso per il mondo dell’olio, il Sen. Dario Stefàno, Presidente della 14° Commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato.

Senatore, si sta parlando davvero tanto di oleoturismo, ma quali sono le opportunità per le realtà olivicole? Le opportunità sono tante e diverse e spero che vengano colte in tutta la loro positività così come nei loro molteplici aspetti. Una su tutte, la possibilità per i produttori di ampliare e diversificare il reddito in un’ottica di multifunzionalità e, in tal senso, anche la opportunità di aprire alle attività di carattere turistico-ricettivo, contribuendo attivamente alla qualificazione della nostra offerta turistica in una dimensione identitaria e autoctona. Siamo di fronte ad una occasione di crescita e di sviluppo del settore realmente importante, con ricadute dirette quindi sull’asset del turismo nazionale, che potrà arricchirsi di nuove offerte all’insegna della sostenibilità ambientale e con il plus di essere “covid free”.

Cosa cambierà, quindi, nel mondo dell’olio? Così come è stato per i vignaioli, anche gli olivicoltori avranno la possibilità di affiancare alla produzione vera e propria dell’olio, l’accoglienza, le esperienze negli uliveti, le degustazioni dei magnifici olii italiani. Sono tutte iniziative che si fregiano del risvolto positivo che possono determinare in chiave ambientale e paesaggistica, traducendosi peraltro in una spinta alla crescita anche per l’indotto – creativo, culturale ecc – ad esso collegato. Sono certo che gli olivicoltori si attiveranno per offrire servizi di pari livello alla qualità dell’olio che producono. È una bella sfida perché il livello è elevatissimo, ma sono certo che sapranno cogliere l’importanza della posta in gioco. In tale direzione sarebbe importante che la Regione, da subito, recepisca il dettato normativo nazionale consentendo da subito alle nostre imprese di poter operare al riparo da sanzioni (amministrative e fiscali) e con i benefici introdotti dalla Legge.

Parlando di sfide per il futuro non possiamo non pensare al “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” (PNRR). Quali saranno gli interventi a favore delle imprese del comparto agroalimentare? Va detto che le risorse previste sono importanti: si tratta di circa sette miliardi destinati al settore primario, messi a budget con l’obiettivo di rendere l’agricoltura più competitiva, sostenibile e resiliente. A questa cifra si devono poi sommare i fondi provenienti dai progetti trasversali che incideranno anche sull’agricoltura, come ad esempio gli investimenti nelle infrastrutture di telecomunicazione, di cui potranno beneficiare anche gli agricoltori che vivono nelle zone rurali non raggiunte da internet o coperte dal segnale 4G. L’obiettivo centrale che ci siamo dati nel Pnrr è quello di rafforzare il settore agricolo, rendendolo più competitivo, più capace di adattarsi ai cambiamenti climatici e più sostenibile. Misure ed obiettivi che devono restare integrativi a quelli previsti dai psr. Riguardo agli interventi veri e propri, per citarne alcuni, ricordo il potenziamento dell’agricoltura biologica, lo sviluppo dell’agrisolare per eliminare e sostituire le coperture in amianto, lo sviluppo del biometano e del biogas e l’incentivazione dei contratti di filiera.

Articolo pubblicato su “L’edicola del Sud” nella rubrica “Storie di un Fantagronomo” il giorno 23 febbraio 2022

Quando l’olio diventa una questione “di famiglia”

La Puglia rappresenta una delle regioni più olivicole d’Italia ed è consuetudine in gran parte delle famiglie avere il classico “fazzoletto di terra” e fare il proprio olio che, ovviamente, è il migliore di tutti.

Andando in giro per frantoi è molto frequente trovare piccoli produttori appassionati, produzioni familiari legate alla tradizione del territorio, vacanzieri e turisti che hanno scelto la Puglia per vivere la loro vita a contatto con la natura e che approfittano per produrre il loro olio.

Un patrimonio culturale, sociale e mediterraneo che rappresenta una ricchezza da custodire e valorizzare quello di fare l’olio “in casa”, perché questa passione per l’olivo e l’olio contrasta due temibili problematiche si prospettano all’orizzonte: desertificazione e abbandono della terra.

In questo contesto familiare dell’olio che interessa tutte le famiglie che si appassionano all’arte dell’olivo nell’area del mediterraneo, più di dieci anni fa nasce a Monopoli (Ba) un concorso curioso e molto ambizioso: “Olio di Famiglia”.

L’obiettivo? Valorizzare la produzione dell’olio extravergine di oliva nelle piccole produzioni   agricole familiari, infatti, in concorso è rivolto alle famiglie e a tutti i cittadini che producono l’olio extra vergine di oliva nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e che svolgono una attività diversa da quella dell’agricoltore.

Il modello di agricoltura familiare, infatti, è un sistema di produzione agricolo centrato sul lavoro e sulle capacità dei nuclei familiari che vivono e lavorano la terra. Questo modello, meglio di altri, può scegliere di assicurare un uso sostenibile delle risorse e delle energie e di promuovere un’agricoltura e un’alimentazione legate alle specificità e alle varietà dei territori.

Basti pensare che circa il 70% delle superfici coltivate e delle produzioni agricole nel territorio nazionale sono curate dall’agricoltura familiare.

In questa vasta platea ritroviamo agricoltori dilettanti che per piacere e passione coltivano piante di olivo svolgendo, di fatto, un importante ruolo economico, sociale e ambientale.

“Olio di Famiglia” nasce con l’idea di valorizzare gli oli familiari e, allo stesso tempo, fornire una serie di informazioni utili all’olivicoltore dilettante, al fine di migliorare il proprio olio e rendere più proficuo il proprio lavoro.

Gli oli che prendono parte al concorso sono valutati da una commissione di esperti e vede la partecipazione dell’associazione “Talenti del Gusto”, primo e unico gruppo di assaggiatori professionisti ipovedenti e non vedenti presente in Italia e fondato in Puglia qualche anno fa.

Le analisi chimiche sugli sono affidate al laboratorio Chemiservice, realtà leader del settore e sin dagli inizi a supporto del concorso grazie alla lungimiranza e prezioso altruismo dell’indimenticato dott. Giorgio Cardone.

“Olio di Famiglia” nasce dall’idea dell’Associazione TerraSud presieduta da Mimmo Lavacca e negli anni scorsi il concorso riscuote interesse e partecipazione sempre crescente.

Tra i partners anche COPAGRI Puglia, Olio Officina Festival di Milano e l’azienda agricola Sorelle Barnaba, a testimonianza che la cultura dell’olivo e dell’olio crea aggregazione e condivisione di intenti, per tramandare e custodire una cultura millenaria e identitaria della Puglia.

Il concorso per l’anno 2022 ha come data ultima per la presentazione dei campioni da sottoporre al concorso il 28 febbraio prossimo e per quanti vorrebbero mettersi in gioco per sfatare il mito che “il mio olio è il migliore” possono visitare il sito web www.oliodifamiglia.org per leggere il regolamento del concorso e scoprire la procedura di partecipazione.

Articolo pubblicato su “L’edicola del Sud” nella rubrica “Storie di un Fantagronomo” il giorno 16 febbraio 2022